La notizie è di poche ore fa. La Russia viene esclusa dalle prossime Olimpiadi estive di Tokyo 2020 e dai Giochi Invernali di Pechino 2022. Mosca subisce le sanzioni più pesanti nella storia dell’olimpismo per recidiva nel falsificare i dati dei controlli antidoping sui suoi atleti. A commissionare tale sanzione è stata La Wada, l’Agenzia Mondiale antidoping.
Oggi l’organo preposto comunicherà la propria decisione durante una conferenza stampa a Losanna alle 13.30, al termine della riunione del Comitato esecutivo a porte chiuse iniziato intorno alle 10.
Calcio e Tennis fuori dalle decisioni Wada
Calcio e tennis, però, non saranno coinvolti dalla decisione – che oltre all’esclusione dalle competizioni internazionali prevede il divieto di organizzare rassegne di livello. Sono discipline che, infatti, si servono di agenzie antidoping differenti.
La sanzione implica che i russi fino al 2024 dovranno accontentarsi di partecipare a gare nazionali. Divieto di espatrio sportivo per i dirigenti, di uso della bandiera, di partecipazione ai consessi olimpici e federali e ai concorsi per organizzare prove anche al di fuori del periodo di bando, come nel caso dei Giochi Invernali 2030 o 2034. Ma gli atleti che riusciranno a dimostrare la loro estraneità ai magheggi della Rusada, potranno comunque gareggiare come indipendenti, sotto bandiera e inno olimpico.
La Russia potrà, naturalmente, fare ricorso al Tas di Losanna, il massimo tribunale in materia sportiva, ma, vista la recidiva dopo gli scandali di doping di Stato nati dal rapporto del 2015 – commissionato dalla Wada stessa – sull’atletica russa; molti atleti non hanno partecipato alle ultime due Olimpiadi e il Paese è stato già privato completamente della sua bandiera ai Giochi invernali di Pyeongchang dell’anno scorso, come punizione per aver insabbiato il doping di Stato nella precedente edizione a Sochi 2014.
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